LA COMMUNITY DELLE PULIZIE ABBRACCIA CHI FUGGE DALLE BOMBE

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Intervista pubblicata il 28 Marzo 2022 sul giornale L’Arena

Dall’emergenza sanitaria a quella umanitaria, la sequela di calamità internazionali ha messo a dura prova anche il sempreverde comparto delle pulizie, nel pre Covid una macchina da 21,2 miliardi di euro, 53.500 imprese e oltre 532mila addetti secondo il rapporto Cresme 2020 su «Pulizia, igiene e sicurezza».

Se, da un lato, la minaccia virale ha invocato molti interventi di sanificazione, infatti, dall’altro, «il largo ricorso allo smart working ha contratto la domanda in gran parte dei luoghi di lavoro», spiegano i fratelli Alessandro e Marco Florio, fondatori di Idrowash (impresa la cui avanzata tecnologia di pulizia, premiata dalla Camera dei Deputati, ha portato alla riqualificazione di molti immobili ed edifici pubblici), che durante questa buia finestra hanno dato vita a un altro piccolo miracolo, la Community Italiana delle Pulizie, una piazza virtuale «nella quale incontrare altri professionisti e colleghi, e più in generale tutti gli operatori del settore, per confrontarci sulle criticità del momento e condividere le buone pratiche per rimanere a galla, ma soprattutto per il rilancio del comparto».

Partita un po’ per caso, da un gruppo Facebook di appena 4 iscritti, «lo scorso dicembre ci siamo ritrovati in 10mila e ora, grazie anche al neonato sito, www.pulizie.social, che ha fatto da ulteriore vetrina al progetto, siamo a quasi 20mila iscritti». Una crescita «che ci incoraggia a intraprendere strade nuove».

Intanto, la Community sta già aiutando molti lavoratori in crisi. E con l’attivazione della sezione dedicata alla formazione quale leva di crescita per tutte le figure a vario titolo impiegate nel settore, promette di fare anche di più. Ad esempio, trasformare la crisi generata dal conflitto russo-ucraino in un’opportunità anche per i profughi in arrivo nel nostro Paese.

«A fronte dei licenziamenti del personale in servizio presso le ville detenute dagli oligarchi russi in Sardegna, presto seguiti da altri, che unitamente al blocco del turismo e del business da e verso la Russia, stimiamo potrebbe abbattere fino all’80% di commesse, non resta che ripartire dalla formazione e riqualificazione professionale, inglobando nel progetto – propongono i Florio – anche quanti fuggendo dalla guerra, insieme all’accoglienza avranno la necessità di trovare una prospettiva occupazionale».

Dato che il settore è a tutt’oggi sprovvisto di una scuola di specializzazione, «e che in vista dell’estate ci sarà bisogno di nuova manodopera, abbiamo dunque pensato di trasformare questo momento di stallo in un’occasione per investire nella formazione specifica all’uso di macchine, attrezzature, prodotti per le pulizie professionali».

Altri progetti per la Community sono la digitalizzazione delle imprese (molte lavorano ancora con il passa parola e sono prive sia di siti che di profili social) e l’accompagnamento alla sostenibilità ambientale, come da protocollo europeo.


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