IDROWASH: LA VOCE GIOVANE DEL CLEANING

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PASSIONE PER IL LAVORO, SPIRITO IMPRENDITORIALE, FIDUCIA NELLA CRESCITA DEL SETTORE: IN SINTESI LA STORIA DI IDROWASH. CHE VALE LA PENA DI APPROFONDIRE

IDROwash è un’azienda giovane, creata da due fratelli giovani, che parla con linguaggio nuovo di un argomento molto vecchio: la pulizia professionale. Alessandro e Marco Florio sono due fratelli di Verona, che a un certo punto hanno dato una svolta alla loro vita professionale: da programmatori a imprenditori del pulito, stop al posto fisso e via nel mondo del cleaning, con un entusiasmo difficile da trovarsi quando si parla di questo settore. Considerato un mercato con forti potenzialità, in realtà il cleaning ha scarso appeal, visto che per troppi è l’ultima – o la prima spiaggia – di un lavoro più subito che scelto. Con un’inversione totale di tendenza, ecco due giovani imprenditori che lo hanno scelto, ci credono, vogliono riconoscere a questo mestiere l’importanza che ha, in termini economici, sociali, di progresso e di sviluppo personale. Prova ne è che nel 2015 sono stati premiati all’EXPO di Milano e di recente hanno raccontato la loro esperienza parlando di Industria 4.0, Maker, Social Media, Digitale e Innovazione per le imprese del professional cleaning alla Camera dei Deputati e alla Camera di Commercio di Milano. iDROwash è diventato un caso imprenditoriale di riferimento nel settore della pulizia professionale, oggetto per una tesi di economia internazionale dell’università di Pavia sul tema dell’Economia Circolare. E sentiamo cosa hanno da dirci sulla loro scelta e sui loro progetti.

Come inizia la vostra storia? Perché questa scelta, che risulta piuttosto radicale?

“L’idea nasce durante i lavori per ristrutturare un rustico ereditato dal nonno. Ci avevano consigliato di demolirlo e ricostruirlo, dicevano che sarebbe costato meno. Ma ci sembrava un enorme spreco e così ci siamo messi a cercare una soluzione. Grazie a internet la svolta, abbiamo visto negli Stati Uniti alcuni artigiani usare una tecnologia che poteva fare al caso nostro. Ma non bastava, volevamo una soluzione sostenibile, che riducesse o eliminasse l’uso di prodotti chimici. Un problema non da poco visto che queste sostanze si sarebbero disperse nel luogo che poi avremmo dovuto abitare. Così, da un problema personale è nata iDROwash, un’opportunità per tutti, una soluzione, distribuita come servizio, per la manutenzione e riqualificazione degli edifici e luoghi pubblici. Ma volevamo anche che l’azienda avesse una chiara impronta moderna, ‘digitale’, e in questo i social avrebbero avuto un ruolo centrale”.

L’innovazione tecnologica avanza, ma nella percezione comune il settore della pulizia è percepito come ‘vecchio’. Come dargli nuovo impulso?

“Per quanto riguarda l’innovazione del comparto, è evidente che il solo progresso della tecnologia è insufficiente. Per innovare serve un cambio di paradigma di modello di business, soprattutto in un comparto fortemente ancorato a concetti vecchi di decenni. E il cambiamento sarà portato solo da una nuova generazione che saprà sperimentare, da trentenni (e ventenni), che oggi irrompono sulla scena e hanno qualcosa da dire. Nuove sensibilità, che possono generare valore e posti di lavoro. E non sarà sufficiente trovare il modo di gestire il difficile confronto tra generazioni, ma soprattutto promuovere occasioni di incontro tra le diverse generazioni, per superare l’isolamento che oggi (non solo nel nostro settore) si è creato tra ‘giovani’ e ‘senior’. Problema che riguarda tutte le imprese che si trovano a gestire il trasferimento di competenze e conoscenze tra generazioni e che coinvolge non solo la proprietà delle aziende ma ogni reparto/divisione aziendale”.

Comunicazione aggiornata e forte motivazione. Ma qual è stato il vostro punto di partenza?

“Se da un lato si fatica a vendere edifici nuovi, dall’altro aumenta la richiesta di ristrutturare quelli esistenti. In Italia se ne stimano 4,5 milioni, una vera miniera d’oro, che ci ha spinto a investire in un settore complesso ma anche fondamentale. E le soddisfazioni non mancano! Noi ci occupiamo dell’estetica degli edifici, che incide fino al 30% sul valore economico dell’immobile e anche sull’immagine e reputazione dell’azienda nel caso di attività commerciali e industriali”.

Parliamo della vostra attività: dove operate e quali sono le vostre specializzazioni?

“Ci occupiamo di riqualificare immobili e luoghi pubblici. La nostra soluzione (premiata all’EXPO Milano e recentemente alla Camera dei Deputati), consente il recupero dei materiali, la riduzione dell’uso di prodotti chimici e un notevole risparmio di costi e tempi rispetto a soluzioni tradizionali. In particolare lavoriamo con strutture di grandi dimensioni, supermercati, centri commerciali, capannoni industriali, dove c’è esigenza di riqualificare le aree esterne: iDROwash consente un notevole risparmio di costi e tempi rispetto a soluzioni tradizionali. Riduciamo e in molti casi non utilizziamo prodotti chimici, lavorando su tutte le tipologie di sporco e su ogni superficie: muri, cortili, parcheggi. Questo ci permette di lavorare anche in giardini, luoghi dove ci sono alberi e ambienti frequentati da animali domestici e bambini. Spazi in cui poi, ogni giorno, abitiamo e lavoriamo”.

Voi sottolineate l’importanza della rigenerazione urbana. C’è qualche esempio specifico di un vostro lavoro?

iDROwash non è esattamente l’impresa di pulizie professionali che ci si aspetta. Ci occupiamo di rigenerazione urbana, e in Italia, non esiste ancora nell’elenco ATECO (ATtività ECOnomiche) stilato dall’Istat, neppure una voce che classifichi questa tipologia di attività. Per capire cos’è la rigenerazione urbana ci dobbiamo staccare dal binomio sporco-pulito e considerare il contorno, ovvero l’edificio o il quartiere in cui lavoriamo e la loro funzione sociale ed economica. Uno degli obiettivi è di dare agli edifici, come ai luoghi pubblici delle città una nuova immagine a livello estetico, andando oltre la sola pulizia e chiaramente con attenzione agli aspetti ambientali. È il caso di un recente lavoro che abbiamo eseguito in un capannone industriale, un oleificio, e le foto documentano la trasformazione, o per meglio dire la rigenerazione, dell’edificio e del contesto in cui si trova. Ecco che un luogo privo di identità, uguale a mille altri, prende vita. Si va oltre lo sterile e povero binomio sporco-pulito che relega il nostro lavoro all’ultimo posto, pulire diventa quasi arte, il più nobile dei lavori. E la banale pulizia diventa per il cliente un’occasione di marketing, c’è chi addirittura si è fatto fare articoli su giornali locali, come è il caso di una nota pasticceria di Verona e un’impresa di servizi di Milano con cui collaboriamo, che ai clienti porta i ritagli di giornale con gli articoli che parlano della nostra azienda”.

Quello del cleaning professionale è un settore che chiede dignità e riconoscimento, un tema a cui tenete molto. Ci parlate degli “Eroi del Pulito?”

“Pulire nell’immaginario comune è una condanna. Per questo abbiamo pensato al progetto ‘Eroi del Pulito’, una raccolta di esperienze e storie di vita di tutti gli operatori che puliscono ciò che ci circonda e di cui nessuno parla. Svolgono lavori che, oggi, sono erroneamente considerati troppo umili. Un mercato che in Italia muove un giro di affari di circa 2 miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro, di cui nessuno parla o scrive in TV e sui giornali. Persone, italiani e stranieri, che lavorano nell’ombra, senza conoscere gloria, e che hanno iniziato dal basso sporcandosi le mani, veri Eroi del quotidiano. Abbiamo pensato che l’attenzione mediatica di cui siamo stati protagonisti in TV, radio e giornali dovesse essere messa al servizio di queste persone, per raccontare il dietro le quinte, le storie personali e lavorative e cosa li spinge a fare questo lavoro. Ora stiamo raccogliendo le loro esperienze, per riunirle in un libro e anche per ricavarne una rubrica da pubblicare ad esempio su un quotidiano e, perché no, anche in radio e TV. Tutti sono Eroi del Pulito! Nel privato come nel professionale. Lo sono le migliaia di persone che lo fanno di mestiere ma anche chi pulisce casa propria, chi presta volontariato per pulire spiagge, fiumi e città. C’è chi lavora di notte guidando macchine che sembrano astronavi, e chi semplicemente raccoglie una carta da terra. C’è chi inventa macchine, chi adotta soluzioni green e sostenibili, chi ibrida tradizione e digitale, chi studia la storia del pulito e colleziona antichi cimeli, chi porta avanti una tradizione di famiglia. Cosa accomuna tutte queste persone? Cosa le spinge a pulire e tenere pulito il mondo? Quali soddisfazioni e quali problemi sperimentano? Quale percorso personale e lavorativo hanno fatto? Cosa ci possono insegnare sul binomio sporco-pulito? Qual è il loro ruolo nella società e come la società il vede? Queste sono alcune delle domande a cui proveremo a dare una risposta. Per chi volesse raccontarci la propria esperienza lo può fare scrivendoci a eroidelpulito@gmail.com e per leggere le storie degli “Eroi del Pulito”: http://www.eroidelpulito.it/


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